Street Fighter 2 ha segnato la mia infanzia. Così come quella di milioni di miei coetanei.
Non ho mai capito il vero motivo per cui dovessero prendersi a legnate, né tantomeno perché il sovietico dovesse essere lo scemo del villaggio.
Fatto sta che ogni volta che ascolto la sigla iniziale di Street Fighter sento sotto i piedi il solletico dei granelli di sabbia che sfregano conto il pavimento freddo del bar, e in lontananza le onde del mare e il vociare dei bagnanti.
Uno dei primi videogiochi istruttivi, che mi ha insegnato cosa vuol dire essere bipolari e lottare contro se stessi fino allo sfinimento.
Nell’aria il profumo del Cucciolone, una mole di monetine che avrebbe sanato il debito pubblico argentino, i pugni inferti sull’inerme pulsantiera e la manopola con una carica batterica che avrebbe ucciso un cavallo via fax.
Tutto questo sbarcava poi in casa a bordo dell’inseparabile Super Nintendo e delle numerose varianti del videogame.
Street Fighter Serie 2, Serie 3, Alpha, Turbo, Ultra e Senza Lattosio.
Ma il senso restava sempre lo stesso: legnate.
Oggi è il giorno dei ricordi. In questa prima parte potrai ammirare una panoramica di tutte le prime maglie.
Un giorno mi chiesi: “Chissà quanti palleggi riesce a fare Blanka, visto che è brasiliano”.
Un dettaglio trascurabile per uno in grado di demolire un’automobile a morsi.
Scopri l’imperdibile seconda parte, con la storia (e i 24 kit) dei 12 personaggi!