Era solo questione di tempo.
Ora finalmente capisco la tensione e le aspettative sulle spalle dell’autore della statua di Freddie Mercury, chiamato a tradurre in arte un’icona che ha scritto la storia.
Minecraft è qualcosa di simile.
Il videogame sandbox più famoso al mondo giocato da decine di milioni di utenti e che vanta un potenziale di assuefazione devastante grazie a decine di modalità di gioco.
La domanda che si pone Pineal è sempre la stessa.
“E se i personaggi principali si sfidassero in una partita di calcio?”
Da una parte i buoni, dall’altra i cattivoni.
Minecraft non lo si abbandona. Ci si prende solo una pausa.
In vita mia ho giocato ai videogame thriller più disparati, senza alcuna reazione.
Da Alone in the Dark (del lontano 1992) a Doom, Resident Evil, Silent Hill e BioShock.
Eppure, i torbidi versi emessi dai mob di Minecraft sono in grado di farmi cagare in mano come nient’altro al mondo.
L’ansia di voltarmi e trovare un Creeper alle mie spalle non mi fa dormire la notte (o quasi).
Ennesimo appuntamento con lo speciale Oltre il Calcio per la ghiandola pineale: cosa indosserebbero i mob di Minecraft se giocassero a calcio.
La prima volta che lo intravidi da lontano cambiai direzione.
Questo mi fa il culo, pensai.
Poi mi offrì un papavero e da lì nacque un’amicizia, pur se a tratti diffidente.
In porta, la miglior difesa del villaggio.
Non bastava la vita reale, gli ambulanti mi perseguitano anche nel deserto più remoto di una realtà virtuale.
Cerca di vendermi di tutto, sotto la minaccia del raggio d’azione dei suoi due lama.
Uno dei versi nasali più fastidiosi della storia.
Ciò nonostante, il pacifico abitante con cui poter parlare di tutto, dalla forgiatura di armature alla coltivazione dell’anguria, dalla distillazione della grappa ai 5 modi per utilizzare l’andesite in eccesso.
Lo sfortunato protagonista del videogioco.
Sbucato nel bel mezzo del nulla, deve mettere da parte le raffinate conoscenze di Java e C++ e darsi da fare con picconi di pietra, asce, carne semicruda e mezzi di fortuna.
Ma sarebbe potuta andare peggio: se l’avessero spawnato nel centro commerciale di Arese il videogame sarebbe risultato ancora più infinito.
La fonte della mia tachicardia.
Esseri subdoli che si avvicinano di soppiatto per sussurrarti un sibilo gelido e far saltare in aria la casa che hai costruito con tanto duro lavoro.
Oltre alle tue tempie, ovviamente.
Creature dalla mira pressoché infallibile, che ti sfidano da lontano, da bravi codardi.
Una volta uccisi, ciò che può esserne delle loro ossa è concime o, a seconda della vostra voglia di mettervi ai fornelli, dell’ottimo risotto alla milanese.
Sento i loro versi raggelanti ovunque.
E il fatto che siano vestiti esattamente come il mio protagonista non promette nulla di buono.
Meglio starne alla larga, se non altro, per la fiatella vintage.
Un cretino new age che, assieme ai suoi compagni di scorribande, va in giro per i villaggi a rompere le balle e cercare di vendere fondi pensionistici.
Evoca divinità create lì per lì pronunciando versi di canzoni di Bruce Springsteen al contrario.
Il terrore allo stato puro. Il cavaliere nero di Minecraft.
Eppure, per andare d’accordo con lui basta rispettare due sole regole: non guardarlo negli occhi e non infastidirlo.
E la regola aurea si applica anche in questo caso: “Ar cavaliere nero nun je devi cacà er cazzo”
Cosa ne pensi delle idee di Pineal per questo videogame spettacolare?
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