30 anni.
Tanto è passato dai mondiali italiani, e di acqua sotto i ponti ne è passata davvero parecchia.
Gli ultimi mondiali di nazionali scomparse, come quella sovietica, jugoslava e cecoslovacca.
Il vento del cambiamento aveva preso finalmente a soffiare, e di nuovo c’era la Germania riunificata, pronta per celebrare riunificazione con la conquista della Coppa del Mondo.
Terzo posto per gli Azzurri trascinati da Schillaci, capocannoniere del Mondiale.
Qualche rimpianto per una semifinale persa immeritatamente ai rigori, e ripartenza più carica che mai per approdare col coltello fra i denti al mondiale americano 4 anni più tardi.
Il mondo entrava negli stadi d’Italia e nelle case di milioni di italiani.
Un solo urlo fendeva l’afa delle città, varcando le finestre aperte di case gremite e risuonando nelle strade vuote.
Il mondo guardava all’Italia, e Totò Schillaci la guidava.
Per l’intera durata del mondiale, l’Italia si era unita attorno a un urlo.
Un urlo che non sapeva d’altro se non della voglia di tirare fuori quell’orgoglio italiano e colorare di azzurro quel rettangolo verde.
A sporcare quell’urlo con amare ambiguità lontane dal mondo del calcio, ci avrebbe pensato il tempo.
E forse, da quel momento, l’Italia ha perso la passione di urlarlo insieme.
Kit celebrativo per gli Azzurri.
Completo verde notte con dettagli blu e azzurri. Calzoncini blu notte e logo dei mondiali di Italia ’90 (le stelle sarebbero diventate quattro 16 anni più tardi).
Cosa ne pensi di questo kit celebrativo? 🇮🇹
Se te lo fossi chiesto… Sì, è anche un omaggio a Ciro Immobile, nato in quel lontano 1990. 😉